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Medjugorje
Molti sono stati i viaggi fatti ed ogni volta si è scoperto qualcosa di nuovo, trovato nuovi amici e fatto esperienze nuove. Affidandoci alla Madonna e non programmando nulla all’infuori delle date di partenza ci siamo trovati in situazioni sempre belle. Tutto ebbe inizio a Fatima nel settembre 2012.
Settembre 2012
Ci troviamo a Fatima a percorrere il sentiero dei pastorelli. Ci fermiamo dove apparve la Madonna ai tre pastorelli e ne approfittiamo per recitare il Santo Rosario e alla fine, arriva un ragazzino di 10-11 anni. Solitamente io non ero abituato a dare discorso a degli sconosciuti ma, quella volta, mi venne spontaneo chiedergli se fosse italiano al che mi rispose di si.
Nel frattempo arriva la mamma del ragazzo e cominciamo a parlare. La signora era di Rimini e quando noi gli dicemmo che provenivamo dalla provincia di Ancona lei ci chiese se eravamo stati mai a Medjugorje.
Io e mia moglie ci guardammo e rispondemmo di no! Allora lei ci racconta che il marito andava tutti gli anni a Medjugorje ma lei, per motivi vari non era mai potuta andare e una volta chiese al marito cosa andasse a fare tutti gli anni sempre nello stesso posto. Lui le disse che non sapeva spiegarlo ma ne sentiva il bisogno.
Finalmente un giorno anche lei poté andare e ci disse che da quel momento, ogni volta fosse stato possibile sarebbe ritornata.
Durante il viaggio di ritorno dal Portogallo mia moglie cominciò a dire che non eravamo mai stati a Medjugorje, che sarebbe stato bello, che in fin dei conti era vicino andando in nave e alla fine del viaggio era decisa che saremmo andati il prima possibile cioè a fine ottobre.
Insieme a dei nostri amici programmammo il viaggio per la fine di ottobre ma in quell’occasione non riuscii a prendere le ferie, scivolarono di un paio di giorni. Quella notte in cui fortunatamente non potemmo partire ci fu tempesta e nel traghetto Ancona-Spalato si ruppero le catene che ancoravano i mezzi e molti furono rovinati.
Quando poi partimmo siamo stati accompagnati da giornate primaverili.
Mia moglie era entusiasta del viaggio, mentre io, a dire la verità, non avevo provato nulla di particolare, ma come si sa, le mogli comandano sempre e il viaggio a Medjugorje divenne un appuntamento annuale.
21 Ottobre 2013
Questa volta andiamo da soli con il nostro camper e non prendiamo il traghetto ma andiamo via terra. Arriviamo la notte del primo giorno a Trieste dove pernottiamo poi, il mattino successivo, verso le 6, partiamo, percorrendo le strade normali, alla volta di Medjugorje. Arriviamo che è quasi notti quindi ci sistemiamo nel campeggio per poi andare a fare una visita alla Chiesa.
Il 23 dopo essere passati per l’Ufficio informazioni dove ci avvisavano che quella mattina potevamo assistere all’incontro con la veggente Vicha iniziamo il nostro pellegrinaggio e con il taxi andiamo all’incontro con la veggente. Tanta era la gente presente ma anche da lontano si poteva vedere la serenità del volto di Vicha mentre ci raccontava l’esperienza vissuta da lei con i suoi compagni.
Torniamo a Medjugorje e partendo a piedi dalla Chiesa di San Giacomo arriviamo nel alla collina delle apparizioni il “Podbrdo”. La strada in salita è disseminate da pietre taglienti ma nonostante tutto ci sono persone che salgono a piedi scalzi.
Saliamo fino a raggiungere la spianata dove si trova la statua della Madonna ad indicare il luogo delle apparizioni per poi scendere dalla parte della Croce Azzurra.
Torniamo al campeggio e dopo una doccia ci prepariamo per andare a Messa nella Chiesa che si trova a circa 500 mt. per assistere alla celebrazione serale.
25 ottobre 2013
Questa è una data da ricordare. La mattina passiamo all’Ufficio informazioni per chiedere se nel pomeriggio c’era la possibilità di fare la Via Crucis accodandoci a qualche gruppo italiano ma non ce n’era nessuno per cui avremmo dovuto optare per quella organizzata dalla parrocchia di Medjugorje ed eventualmente seguirla con un libretto in italiano. Bene, ci incamminiamo verso la collina delle Apparizioni per il Rosario poi, senza tornare al campeggio optiamo di percorrere la strada fino al Križevac ed aspettare i parrocchiani per fare la Via Crucis.
Erano circa le 14,30 e mentre aspettiamo, mia moglie nota un gruppetto di ragazzi che si preparano per la Via Crucis e parlano in italiano. Allora mi dice: “Chiediamo a loro se possiamo farla insieme” ed io: “Ma no! Aspettiamo gli altri”. Ma come ho detto prima, le mogli comandano sempre, senza dire altro va a chiedere alla ragazza che sembrava essere il capogruppo se potevamo unirci a loro. Accettano e partiamo insieme.
Già arrivati alla Prima Stazione capisco di trovarmi in una situazione strana. I ragazzi cominciano a chiedere perdono a Gesù per i peccati, chi per aver spacciato, chi per aver rubato, chi per aver fatto morire i propri genitori di crepacuore per il loro comportamento.
Andiamo avanti e io comincio a sentirmi a disagio. Perché loro parlano liberamente, in presenza di perfetti sconosciuti quali siamo noi ed io continuo a stare zitto? Non so come ho fatto ma ho aperto il mio cuore a loro. Fatto questo, mi si avvicina una ragazza e dopo avermi donato il suo Rosario mi abbraccia.
Mi diranno poi che lei mi ha donato il suo cuore perché quello che mi aveva dato era il Rosario della sua conversione.
Arriviamo in cima e dopo un breve raccoglimento ridiscendiamo. Si fa notte e non ci siamo accorti del tempo trascorso per quanto è stata bella questa esperienza. Veramente, questa volta è stata una delle più belle esperienze fatte nella mia vita. Ancora oggi, quando mi capita di raccontarla, mi vengono le lacrime agli occhi.
Questi ragazzi fanno parte di una comunità di Vigonza (PD) che si occupa del recupero di ragazzi con problemi droga e che, dopo un periodo di recupero fisico, vengono portati a Medjugorje per il recupero spirituale. A Medjugorje stanno costruendo una casa per accogliere questi ragazzi. I giorni trascorsi sono letteralmente volati e quindi torniamo a casa.
Ottobre 2014
Si ritorna a Medjugorje. Percorriamo la stessa strada dello scorso anno ma abbiamo la sorpresa di trovare la neve. Arrivati, ci sistemiamo nello stesso camping utilizzato negli anni precedenti per la comodità della vicinanza al centro di Medjugorje.
Il giorno successivo all’arrivo abbiamo sempre la possibilità di incontrare Vicha e nel pomeriggio decidiamo di andare a trovare i nostri nuovi amici di Medjugorje.
Come al solito facciamo lunghi tragitti a piedi e nel percorso per andare nella casa della Comunità Accolti con Amore, scorgiamo una casa che sembra proprio un castello. D’impulso ho pensato che con la storia della Madonna molte persone si sono arricchite e questa ne era la prova. Mai giudizio fu così sbagliato!
Incontrammo i ragazzi della comunità ma di quelli dell’anno precedente ce n’era solo uno ma fummo accolti come se ci conoscessimo da tanti anni. Si trovavano nella loro casa di Medjugorje insieme ad alcuni nuovi ragazzi ed una compagnia di persone provenienti dalla Campania.
Ci mettemmo d’accordo per trascorrere insieme a loro i giorni di permanenza a Medjugorje. Il giorno successivo ci chiesero se eravamo mai stati al castello, quel castello che io affrettatamente avevo giudicato male. Ci andammo e qui conoscemmo i costruttori, non i proprietari in quanto avevano donato tutto al Clero.
Il Castello di Nancy e Patrick Latta è una costruzione voluta dai coniugi Latta (lui di origini calabresi) per ospitare gratuitamente tutti i sacerdoti che si recano in pellegrinaggio a Medjugorje. Se vuoi leggere la loro storia clicca qui.
Il giorno successivo abbiamo avuto l’occasione di fare una nuova scoperta: Surmanci e l’ Icona della Divina Misericordia.
A pochi chilometri da Medjugorje si trova, in una bella vallata, Surmanci e qui, in una chiesetta si trova l’Icona della Divina Misericordia che noi preghiamo con la sua coroncina.
Ci siamo andati con la comitiva di campani e dopo aver recitato la Coroncina, il nostro accompagnatore e coofondatore della Comunità, ci invita ad una preghiera particolare per una ragazza della compagnia che aveva dei gravi problemi personali.
Dopo la preghiera, come se una forza sconosciuta mi avesse preso per mano, andai da lei e le consegnai il Rosario regalatomi l’anno precedente dicendogli e piangendo che quel Rosario non era per me, ma mi era stato prestato, e che doveva passare a lei perché, in quel momento, era lei che ne aveva bisogno.
La sua storia è molto bella e, a noi marchigiani, ci tocca da vicino. Vuoi leggerla?
Anno 2016
In questo anno decidiamo di trascorrere le ferie estive visitando la Croazia, ma una capatina a Medjugorje non guasta mai. Una sera, nel camping dove ci trovavamo, arriva un nuovo camper e, mentre ero andato a lavare le stoviglie, mi si avvicina un signore, italiano, fiorentino, che mi chiede cosa ci fosse da vedere a Medjugorje. Rimasi un po’ perplesso e gli dissi che se cercava locali di divertimento lì non li avrebbe trovati.
A Medjugorje si veniva solo per fare un pieno di Fede. A questo punto mi disse che stava accompagnando il cognato che il lunedì successivo doveva essere operato a Bologna per un tumore alla testa e che prima dell’intervento era voluto venire a Medjugorje. A questo punto ci organizzammo per andare all’incontro del mattino successivo con la veggente Vicha che rese felice il cognato e sua moglie.
La sera stessa, i nostri amici della Comunità ci avvisarono che il veggente Ivan si stava recando sul Podbrdo perché stava per avere una visione e quindi senza perdere altro tempo andammo anche noi.
La mattina successiva il camper toscano non c’era più. Poi partimmo anche noi per continuare le nostre ferie.
Nel 2017 avevamo programmato un altro viaggio ma questo saltò a causa di una frattura alla gamba a seguito di un incidente stradale. Comunque speriamo di ritornare presto.