Matrice

15-05-24Dopo Larino arriviamo a Matrice per visitare la Chiesa di Santa Maria della Strada situata poco fuori dal centro abitato, in corrispondenza del tratturo Pescasseroli-Candela. Questa è una delle più significative chiese del Molise, tanto da essere stata nominata Monumento Nazionale.


Edificata tra l’XI e il XII secolo, la chiesa apparteneva a un monastero benedettino ed era una tappa fondamentale per il ristoro dei pellegrini che, provenienti dal nord Italia, si dirigevano verso i monasteri della Puglia.

La Chiesa di Santa Maria della Strada

ha un ruolo fondamentale nella storia molisana, perché è legata alla leggenda del mitico Re Bove che in una sola notte l’avrebbe costruita, aiutato dal Diavolo, per espiare una violenza fatta ad una sua congiunta.
Una leggenda che qualcuno racconta per giustificare la presenza sulla facciata di questa chiesa dell’immagine ripetuta di un bue, che sarebbe una sorta di firma dell’immaginario personaggio.

Lo stile della costruzione e delle decorazioni è il tipico stile romanico molisano, con una struttura a pianta rettangolare a tre absidi, suddivisa al suo interno in tre navate con capitelli ornati da motivi vegetali.

L’interno della chiesa di santa Maria della Scala

All’interno ci accoglie la statua in legno raffigurante la Madonna con il Bambino, che nella mano regge una palla, simbolo del mondo. Furono i monaci Basiliani a erigere su questa bella collina un tempio in onore della Madonna della Strada e forse furono loro a portarla dalla loro terra. L’espressione della Madonna e l’atteggiamento del Bambino ci danno la conferma dell’intenzione di proteggere ed aiutare tutta la gente del mondo su ogni strada.

Il Crocifisso, anch’esso in legno, colpisce per la sua espressione serena e per il suo dolce abbandono. L’acquasantiera del 1400, sulla prima colonna di destra, è in pietra e riporta uno stemma con la croce e quattro rosette (emblema della passione e delle piaghe di Cristo), con grappoli d’uva e foglie (simbolo dell’Eucaristia).

Di particolare interesse è il monumento funebre in stile gotico dove si presume riposi Gemma di Lupara, discendente della famiglia Lupara proprietaria del feudo di Matrice. Un’altra particolarità è la scelta di ergere l’imponente campanile staccato dalla struttura principale.

Il sarcofago in travertino (roccia organogena non locale), realizzato nel XIV sec. in stile goticizzante, è la tomba di Berardo D’Aquino (forse appartenente alla scuola di Tino da Camaino). Poggia su quattro colonnine sorrette da due leoncini (ora mancanti) e da due dadi terminanti con capitelli in stile corinzio; sopra è adornato da quattro colonnine senza base. Si ritiene che lo stemma sia dei D’Aquino.

Matrice: interno della Chiesa Santa Maria della Strada
interno della Chiesa Santa Maria della Strada
Matrice: sarcofago nella Chiesa Santa Maria della Strada
Sarcofago nella Chiesa Santa Maria della Strada

Nel mezzo è raffigurato il Redentore che, seduto, volge la testa verso il defunto. Nella mano sinistra regge un libro (gli Evangeli), mentre la mano destra è alzata nell’atto di benedirlo. Sul coperchio del sarcofago giace la figura del primo che vi fu sepolto (forse l’abate Landolfo) mentre ai lati due angeli tengono aperte le cortine. Le ossa che vi sono conservate appartengono a tre persone.

I Benedettini abbandonarono il sito dopo il rovinoso terremoto che si abbatté su queste terre nell’anno 1465. Del monastero si trovano tracce nella bolla pontificia di Anastasio IV dell’anno 1153 diretta a Pietro, arcivescovo di Benevento dell’epoca. In un’altra pergamena, conservata all’archivio storico di Benevento, la chiesa di S. Maria della Strada risulta consacrata nel 1148 dall’arcivescovo Pietro e dai vescovi Giovanni di Volturara, Raimondo di Cividale e Roberto di Bojano.

  • Matrice: Facciata della Chiesa Santa Maria della Strada
    Facciata della Chiesa Santa Maria della Strada

Dopo alterne vicende di totale abbandono, il cardinale Orsini di Benevento, dopo averla restaurata e consacrata, la riapre al culto nell’anno 1703. Alla fine del secolo scorso, nel 1889, per la precisione grazie all’interessamento di Vincenzo Ambrosiani, all’epoca arciprete di Monacilioni, diviene Monumento nazionale. Oggi è in buone condizioni anche se alcuni interventi sono stati effettuati senza il dovuto e necessario studio.

La strada per arrivare a Matrice è un po’ impegnativa ma ne è valsa la pena di arrivare fin quassù per vedere questa Chiesa risalente al 1148.