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Arriviamo a Bominaco poco dopo delle 10,00 e percorriamo il breve tratto di strada per arrivare fino all’Oratorio. Siamo a 950 mt. di altezza e la giornata è splendida. Come ci aveva avvisato la guida delle Grotte, le visite iniziano alle 9,30 e se il cancello fosse chiuso bisognava telefonare al numero che si trova al cancello per chiamare la guida, che sarebbe venuta ad aprire.
Bominaco la chiesa e l’oratorio
La chiesa di Bominaco
Per la visita dell’Oratorio e della Chiesa posteggiare nel piazzale antistante il complesso 42°14’35.9″N 13°39’39.0″E – 42.243296, 13.660819 o più preferibilmente nel parcheggio antistante il ristorante 42°14’35.6″N 13°39’32.2″E – 42.243210, 13.658941 che si trova a circa 200 metri dell’Oratorio.
Troviamo il cancello aperto perché erano già iniziate le visite e abbiamo incontrato una guida meravigliosa, Mario, che amante del suo territorio accompagna tutti i giorni i turisti che vengono a visitare questo meraviglioso borgo che ci fa cenno di entrare perché la visita era appena iniziata e potevamo aggregarci al gruppo.
Qui abbiamo incontrato anche una giovane coppia, Chiara e Aldo che vengono dalla Namibia dove lui è nato mentre lei è nativa di Bologna.
Bominaco era anticamente nota come Memenaco e qui era presente uno dei complessi monastici più importanti di tutta la regione Abruzzo. Questo era già esistente alla fine del X secolo e nei secoli successivi fu al centro di dispute tra i vescovi di Valva e i monaci benedettini di Bominaco. Ciò portò a smembrare la diocesi e nel 1423 il monastero fu distrutto da parte di Braccio da Montone e l’abbazia divenne patronato laico.
La chiesa di Santa Maria Assunta e l’oratorio di San Pellegrino
scamparono alla furia distruttiva e rappresentano oggi due importanti testimonianze da visitare a Bominaco insieme ai resti del suo castello e al borgo medioevale. Entriamo nella chiesa e rimaniamo sbalorditi della sua bellezza. A sinistra dell’ingresso si trova il Fonte Battesimale che ha una particolarità unica, cioé battendo, anche con le nocche della mano sul suo bordo, questo da la nota musicale del Do. Saputo questo, ad ogni chiesa visitata si batteva, inutilmente, in tutte le acquasantiere senza mai ottenere questo particolare suono.
A metà della chiesa si trova l’Ambone, in pietra bianca di Abruzzo, che essendo molto malleabile da la possibilità allo scultore di eseguire opere molto particolari.
Mario ci fa notare, infatti, che tutti i capitelli delle colonne sono diversi e che le volute di essi sono lavorati come se fossero una filigrana. In fondo troviamo poi il Ciborio, dove veniva celebrata la Santa Messa e dietro ad esso lo scranno del Sacerdote, sempre in pietra
.Poco prima del Ciborio è stato sistemato il grande candelabro che accoglieva il Cero Pasquale, spostato dalla sua sede a fianco dell’Ambone perché le persone hanno avuto la possibilità di trafugare pezzetti di capitello, rovinandolo. Molti sono stati i saccheggi che si sono susseguiti negli anni, depredando la chiesa di molti dei suoi tesori.
Oratorio di San Pellegrino
Usciamo dalla chiesa e percorsi pochi metri arriviamo all’Oratorio di San Pellegrino con i suoi Affreschi. L’oratorio di San Pellegrino è un vero gioiello. Dietro a una facciata storica, dotato di un piccolo porticato, si nasconde uno spazio caratterizzato da numerosissimi affreschi.
L’oratorio di San Pellegrino fa parte dell’abbazia e risale a una ricostruzione del 1263 su volontà dell’abate Teodolindo. Solo il portico esterno risale invece al XVII secolo, realizzato con materiale di spoglio. L’aula è divisa in quattro campate grazie ad arconi a sesti acuti che poggiano su pilastri addossati ai muri perimetrali.
La zona del presbiterio è separata dal resto dell’oratorio attraverso grandi plutei decorati con bassorilievi.
La parte che si trova all’ingresso dell’oratorio era quella riservata al popolo ed è affrescata con scene della Bibbia mentre quella vicino l’altare, riservata ai frati, è affrescata con figure di Santi e, altra caratteristica, con tutti i mesi dell’anno, i suoi rispettivi segni zodiacali e le festività religiose della zona.
Dopo l’Oratorio è possibile visitare il Castello dove si deve arrivarci a piedi ma decidiamo, insieme a Chiara e Aldo di visitare all’Eremo di San Michele che si trova a circa 1,5 chilometri di distanza.
Arriviamo fino all’edicola ma non riusciamo a trovare il sentiero che dovrebbe portarci all’Eremo forse e sicuramente a causa dell’erba alta che lo ricopre e quindi desistiamo e torniamo in paese.
Dopo i saluti proseguiamo per la prossima tappa: Rocca Calascio perché decidiamo di saltare la visita di SANTO STEFANO DI SESSANIO, quindi arriviamo a Calascio nel pomeriggio parcheggiando un po’ fuori il centro abitato.